Eventi traumatici e stress: differenti conseguenze psicologiche

Eventi traumatici e stress: differenti conseguenze psicologiche

Con questo articolo vorremmo provare a fare un po' di chiarezza sulle differenze che intercorrono tra stress e trauma, approfondendo le caratteristiche che possono rendere più o meno traumatici alcuni eventi.

La resilenza: fattore di protezione all'evento traumatico

Stress e trauma sono spesso associati o usati come sinonimi. In realtà  esistono delle differenze, pur in presenza di alcuni elementi che li accomunano.
Abbiamo già  descritto altrove come il nostro organismo sia naturalmente predisposto a fronteggiare lo stress: di fatto i cambiamenti neurofisiologici conseguenti all'esposizione ad uno stressor permettono un migliore adattamento metabolico dell'organismo in condizioni particolari di richiesta ambientale.
Rappresentano elementi stressanti, per esempio, condizioni economiche precarie, i ritmi frenetici della vita quotidiana, una malattia, un licenziamento ma anche un avanzamento di carriera, la nascita di un figlio, il matrimonio: eventi cioè che modificano più o meno sostanzialmente l'assetto esistenziale della persona, richiedendole uno sforzo per adattarsi alla nuova situazione.

Qual è allora la differenza tra eventi stressanti ed eventi traumatici?

A un primo sguardo potremmo focalizzarci sulla gravità : l'etimologia stessa di trauma indica una ferita e rimanda dunque a una gravità  maggiore rispetto a quella degli eventi stressanti.
La gravità , però, non può essere definita esclusivamente su criteri oggettivi.
Se è evidente che una catastrofe naturale o la minaccia per la propria o altrui incolumità  rappresentino eventi oggettivamente di una certa gravità , altrettanto importante è la valutazione soggettiva dell'evento (McFarlane, 1999), che, insieme ad altri elementi, può determinarne la traumaticità .
Secondo alcuni autori, cioè, anche la dimensione soggettiva assume una rilevanza notevole nel determinare gli esiti conseguenti all'impatto di un evento traumatico. Questo spiegherebbe, in parte, anche perché di fronte al medesimo evento traumatico qualcuno sviluppa un disturbo psichico e qualcuno no.
Nelle dimensioni oggettive e soggettive del trauma è possibile identificare alcuni elementi che possono rappresentare fattori di rischio e fattori di protezione rispetto all'eventuale sviluppo di una sintomatologia post-traumatica.
Tra gli elementi oggettivi sottolineerei non solo la gravità  dell'evento traumatico, ma anche l'età  del soggetto al momento del trauma, nonché l'origine stessa dell'evento: è infatti ben diverso se il trauma è inferto da mano umana, e ancor più lo è se quella mano è quella di qualcuno con cui la persona ha un legame affettivo.
Tra i fattori di protezione vorrei evidenziare in particolare la resilienza, termine tratto dal linguaggio della fisica per evidenziare la capacità  dell'individuo di far fronte, resistere, integrare e riuscire a costruire o riorganizzare la propria vita dopo aver vissuto situazioni particolarmente traumatiche.
Se già  in maniera innata possediamo meccanismi e processi che consentono una risoluzione spontanea del trauma, persone con una sviluppata resilienza potranno affrontare più favorevolmente di altre le conseguenze di eventi traumatici, riuscendo ad integrare tale evento nel fluire della propria esistenza. Sembrerà  strano, ma alcune persone con un'elevata resilienza segnalano addirittura di sentirsi "persone migliori", cresciute intimamente, anche grazie all'aver attraversato un evento traumatico, scoprendo in sè, ad esempio, capacità  e risorse che non pensavano di avere, oppure competenze o desideri sconosciuti prima del trauma.

In alcuni casi però, in cui la persona non riesce a trovare le risorse per poter superare autonomamente il periodo conseguente ad un evento traumatico è necessario l'intervento di un professionista, che mediante un consulto psicoterapeutico può aiutare a superare il momento di difficoltà .

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