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Mettersi nei panni dell'interlocutore, non solo ricevere passivamente le informazioni ma compiere una vera e propria azione con la quale provare a togliersi i propri panni e vestire quelli dell'altro. Comprende 4 step: ascolto passivo (silenzio, no interruzioni, contatto con le proprie emozioni), messaggi di accoglimento (verbali e non verbali che sottolineano l'ascolto), inviti calorosi (incoraggiamenti ad approfondire senza giudizi) ed ascolto attivo (riflettere sui contenuti riformulando)
Fenomeno ampiamente studiato in anni recenti in cui emerge una distorsione dei rapporti tra coetanei che crea disparità , laddove dovrebbero esserci parità e reciprocità , ed instaura un profondo squilibrio che vede da un lato un prepotente e dall'altro una vittima, qualcuno che prevarica e qualcuno che subisce. È una forma di oppressione subdola attraverso la quale la vittima sperimenta una condizione di umiliazione e sofferenza, spesso senza apparente ragione (E. Menesini, 2000)
La classificazione ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) del 1980 dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) distingueva tra:
Costrutto che si riferisce al fare esperienza e condividere lo stato d'animo di un individuo da parte di un altro individuo. "Provare dentro" ciò che l'altro sente in una determinata circostanza mette il soggetto in grado di dispiegare aiuto, conforto, comprensione, supporto. Tuttavia il suo impiego in ambiti differenti ha reso difficile formulare una definizione univoca ed esaustiva, valida per tutti i contesti di applicazione.
Tecniche e strategie di pianificazione di attività ed azioni da eseguire in funzione del raggiungimento di obiettivi prefissati, al fine di arginare e/o prevenire vissuti e situazioni di stress psicologico, fisico ed emotivo.
Dal greco Gelos (riso, risata) origina questa neonata disciplina che studia in modo sistematico il ridere in relazione alle sue potenzialità terapeutiche; si fonda sulle più moderne ricerche in campo medico: medicina psicosomatica e psiconeuroimmunologia.
Medico specialista che studia lo sviluppo neuropsichico e i suoi disturbi nella popolazione in età evolutiva, ossia nella fascia di età tra gli zero e i diciotto anni.
Emozione sperimentata di fronte al pericolo. Attiva nell'organismo una risposta di difesa (attacco-fuga) con specifici correlati neurofisiologici (es: aumento battito cardiaco, frequenza respiratoria e tono muscolare).
Professionista laureato in Medicina e Chirurgia, specialista post lauream in Psichiatria. Interviene sulla malattia mentale diagnosticando e curando l'eventuale disfunzione o scompenso a livello organico e dunque interviene, quando necessario, anche da un punto di vista farmacologico per ristabilire l'eventuale scompenso chimico.
Disciplina, originariamente fondata da Sigmund Freud sul finire dell'Ottocento, che propone una teoria della psiche basata sul rapporto tra conscio e inconscio. Scopo del trattamento psicoanalitico è dunque rendere consapevoli i conflitti inconsci alla base della sofferenza e della "psicopatologia della vita quotidiana". Una recente sentenza della corte costituzionale 14408/2010 riconosce la psicoanalisi come psicoterapia a tutti gli effetti.
Farmaco che agisce sulle funzioni psichiche, riequilibrando eventuali disfunzioni a livello chimico e promuovendo modificazioni nei neurotrasmettitori e nei recettori a breve o lungo termine. Tra i principali si ritrovano gli antidepressivi, gli ansiolitici, gli antipsicotici, gli stabilizzatori dell'umore
Ramo della psicobiologia che studia le interazioni fra attività ormonali, del sistema nervoso e psichiche. L'organismo umano viene considerato nella sua interezza e nel suo fondamentale rapporto con l'ambiente: gli esseri umani sono integrati e non frammentati, complessi e non complicati, sono parti attive della loro salute.
Trattamento dei disturbi e del disagio psichico, volto a ridurre la sintomatologia e ad attivare un cambiamento nelle modalità di attribuzione di senso e significato all'esperienza; può rivolgersi all'individuo, alla coppia, alla famiglia o al gruppo. I principali strumenti di intervento sono il colloquio clinico e l'utilizzo di tecniche psicoterapeutiche, anche non verbali. La psicoterapia si fonda sulla cosiddetta "alleanza terapeutica", ossia sul rapporto tra terapeuta e paziente che, congiuntamente, individuano obiettivi e tempi di lavoro, definendo in maniera chiara e condivisa verso quale cambiamento tendere.
Relazione tra supervisore e supervisionato, considerato come un "accordo di apprendimento" (Fleming e Benedek, 1983) e di crescita attraverso la quale vengono acquisite competenze e insegnate abilità e tecniche circa l'intervento su specifiche situazioni o dinamiche relazionali. Funzioni della supervisione: consigliare e istruire, modellare, offrire consulenza, monitorare e valutare. La supervisione può avere carattere individuale (supervisore e supervisionato) o avvenire in gruppo (ad esempio équipe di lavoro, gruppo di professionisti... ); in questo secondo caso aumenta notevolmente la possibilità di confronto di esperienze ottimizzando il potenziale di apprendimento.
La Terapia Occupazionale (T.O.) è una professione sanitaria della riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l'occupazione, praticata in una vasta gamma di ambiti, compresi gli ospedali, i centri per la salute, il domicilio, i luoghi di lavoro, le scuole e le case di riposo. Le Occupazioni sono l'insieme delle attività significative per il proprio contesto culturale, adeguate all'età , scelte, organizzate e svolte da ogni individuo per provvedere a se stesso, provare gioia nel vivere e contribuire alla vita economica e sociale della comunità (Canadian Association of Occupational Therapy, 1997). Si tratta, dunque, di un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il fare e le molteplici attività della vita quotidiana, attraverso un intervento individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l'adattamento fisico, psicologico o sociale, per migliorarne globalmente la qualità di vita pur nella disabilità ; è il mezzo attraverso il quale si cerca di modificare le funzioni corporee della persona (capacità motorio-sensoriali, percettivo-cognitive, emotivo-relazionali). I Pazienti vengono attivamente coinvolti nel processo terapeutico e i risultati della Terapia Occupazionale sono diversificati, guidati dal paziente e misurati in termini di partecipazione o di soddisfazione derivata dalla partecipazione (World Federation of Occupational Therapy).
Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o di apprendimento, dovuta all'interazione dei vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata. Rientrano nella più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie: disabilità , disturbi evolutivi specifici e svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Con la direttiva del 27 dicembre 2012 relativa ai Bisogni educativi speciali (BES) il MIUR ha accolto gli orientamenti da tempo presenti in alcuni Paesi dell'Unione europea che completano il quadro italiano dell'inclusione scolastica obbligando le istituzioni scolastiche a prendere in carico "in modo inclusivo e globale tutti gli alunni". La circolare ricorda che le scuole devono adottare il Piano Didattico Personalizzato (PDP), le misure dispensative e quelle compensative NON SOLO per gli alunni con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) ma anche nel caso in cui "il Consiglio di Classe (o il team Docenti nella scuola primaria) ravvisi, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche" svantaggio sociale e culturale, disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Essa si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull'analisi del contesto, come definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
È il principale strumento di lavoro dello Psicologo che veicola al tempo stesso una comunicazione verbale e non verbale. Consente di porre le basi per la costruzione dell'alleanza terapeutica, di avviare l'analisi della domanda di aiuto e la formulazione di obiettivi condivisi. È caratterizzato dall'ascolto attivo da parte del professionista, da un atteggiamento empatico e da una rispettosa curiosità professionale che orienta le domande, più o meno strutturate, dello psicologo.
Acronimo di European Association Transacional Analysis. L' Analisi Transazionale ha avuto una progressiva espansione a livello mondiale e una strutturazione in organizzazioni nazionali e internazionali. L'ITAA (International Transactional Analysis Association) assicura rigorosi standard formativi e tutela il titolo di Analista Transazionale la cui formazione è riconosciuta solo se svolta con formatori riconosciuti dall' ITAA e dalle associazioni continentali affiliate: in Europa abbiamo l' EATA .
Termine che nel linguaggio comune sta a indicare un disagio particolarmente intenso, caratterizzato da fatica, pessimismo, irritabilità , labilità emotiva, vulnerabilità , ecc. Attualmente non esiste una categoria diagnostica che preveda tale condizione; i sintomi che lo caratterizzano possono essere ricondotti ad altre diagnosi quali ansia, depressione, disturbi di conversione o disturbo post-traumatico
Tecniche e strategie per prevenire e risolvere conflitti, in ambito relazionale, intra ed interpersonali (abbandonare, evitare, dominare, accomodare, chiedere aiuto, usare lo humor, rimandare, usare il compromesso, integrare, collaborare).
Letteralmente significa attenzione cosciente. Kabat-Zinn la definisce quale "... consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione allo svolgersi dell'esperienza momento per momento: a) con intenzione b) nel presente c) in modo non giudicante" (Fonte www.centromindfulness.net). A partire dagli anni '80 viene introdotta nell'attività clinica per il trattamento del dolore cronico e dello stress. Pur derivando dalla tradizione meditativa buddista, è oggi entrata a pieno titolo nella cultura occidentale ed è utilizzata in psicoterapia nel trattamento di molti disturbi (ansia,depressione, stress, ecc.)
Medico specialista che si occupa dello studio, della prevenzione e della cura dei disturbi del sistema nervoso (es: sistema nervoso centrale, lateralizzazione degli emisferi cerebrali, malattie dell'encefalo o dei nervi cranici e spinali, malattie del midollo spinale, ecc.).
Disciplina, originariamente fondata da Sigmund Freud sul finire dell'Ottocento, che propone una teoria della psiche basata sul rapporto tra conscio e inconscio. Scopo del trattamento psicoanalitico è dunque rendere consapevoli i conflitti inconsci alla base della sofferenza e della "psicopatologia della vita quotidiana". Una recente sentenza della corte costituzionale 14408/2010 riconosce la psicoanalisi come psicoterapia a tutti gli effetti.
Branca della medicina che si occupa della malattia mentale nei termini di alterazioni o disfunzioni organiche, identificando per ciascun disturbo i sintomi caratteristici e l'eziologia. A partire dagli anni Cinquanta si avvale degli psicofarmaci per il trattamento.
Psicoterapeuta con una formazione che si ispira ai concetti della psicoanalisi, orientato cioè da una teoria del funzionamento della psiche e da una modalità di intervento sul disagio psichico propri della psicoanalisi.
Professionista laureato in Psicologia e abilitato alla professione in seguito al superamento dell'Esame di Stato, a cui si accede dopo un adeguato tirocinio pratico. Per esercitare la professione è necessaria la regolare iscrizione all'Albo degli Psicologi
Possono essere abilitati all'esercizio della psicoterapia (legge 56/89 art.3) i laureati in Psicologia o Medicina e chirurgia che abbiano acquisito una specifica formazione, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitaria o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente. "Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica" (legge 56/89 art 3.2)
E' uno psicologo o un medico, abilitato alla psicoterapia, con una formazione specifica (400 ore) in sessuologia clinica. Oggetto del suo lavoro è la prevenzione e il trattamento delle disfunzioni sessuali.
Proposta da Master e Johnson e Kaplan a partire dagli anni Sessanta, ha come obiettivo la risoluzione del sintomo sessuale, intervenendo sugli ostacoli che impediscono una sessualità soddisfacente. Il terapeuta, in questo caso, si avvale anche di specifiche mansioni, o esercizi comportamentali, che i membri della coppia possono sperimentare tra una seduta e l'altra, analizzando poi insieme al terapeuta la natura delle eventuali difficoltà incontrate.
E' il processo attraverso cui lo Psicologo indaga e restituisce una comprensione della problematica presentata dall'individuo, dalla coppia o dalla famiglia, dandone un inquadramento diagnostico, sia in senso categoriale sia in senso funzionale. Oltre al colloquio clinico, il professionista in questa fase può avvalersi anche di test e questionari utili a evidenziare i sintomi e i meccanismi di mantenimento del disturbo.